Sulla tua pelle, prima e oltre Floyd

Ticinonline: articolo di Morena Ferrari Gamba, 22 giugno 2020

In questi giorni, in cui imperversano manifestazioni di ogni tipo per rivendicare diritti civili, avrei voluto astenermi dall'intervenire, non perché non abbia un parere, ma piuttosto per pudore e perché so esattamente di cosa si sta parlando. Ritengo che il dibattito stia un po' degenerando, da una parte e dall'altra, confondendo i piani della protesta, anche con una certa ipocrisia e falsità nella narrazione. Da una denuncia giusta, si è passati a qualcosa che va oltre alla difesa dei diritti civili, fino alla banalizzazione della discussione sul Moretto, su chi è più razzista oggi e ieri, senza alcuna profondità su termini e storia come fossimo dei talebani, arrivando a denunciare quasi più il passato che non le molteplici realtà di diritti negati del presente. Così facendo si annacqua il contenuto e si sposta l'attenzione dal vero problema, che esiste e che andrebbe affrontato seriamente: l'intolleranza. Il tema dell'intolleranza, di razza, di genere, di diversità fisica e di pensiero è qualcosa di tangibile, legato alla cultura, al costume, all'inciviltà e alla paura di ciò che non conosciamo. Essa si traduce in rassegnazione, rabbia, violenza, fisica e psichica, tra persone, ceti, etnie e popoli. Ferite mai sopite e che speri che una società moderna e giusta le abbia curate e rimarginate. Nell'ipocrisia e indifferenza generale chiudiamo continuamente occhi e orecchie perché crediamo che tutto succeda altrove, che no, noi non siamo come "quelli lì". Eppure,........                                                               

  • Se a scuola ti deridono e ti picchiano percheé sei diversa, è una ferita. 
  • Se chiedi un posto di lavoro e non te lo danno perché non va bene il colore della tua pelle, è una ferita.   
  • Se alla fermata del bus un uomo ti fa l'occhiolino e il segno con le dita di quanto costi, è una ferita.     
  • Se vuoi entrare in una discoteca e ti cacciano con violenza, mentre lasciano entrare l'amica al tuo fianco, bionda con gli occhi azzurri e tutti quelli come lei, è una ferita.   
  • Se la polizia di ferma sempre e ti pequisisce, trattandoti come se fossi una ladra, è una ferita. 
  • Se sei con i tuoi genitori (bianchi) e chi incontri chiede "è la vostra nuova domestica?", è una ferita. 
  • Se mentre cammini con tua nonna (bianca) per il borgo e ti dicono "che bela negretta, ma l'è brava" e ti scrutano con mal celata benevolenza, è una ferita.
  • Se dici a qualcuno che sei ticinese, la tua lingua madre è l'italiano e vedi la diffidenza nei suoi occhi mentre ti parla sillabando ogni parola, sorridi, ma è una ferita.   
  • Se sei con gli amici e improvvisamente iniziano a picchiarti e se la prendono colo con te, è una ferita.
  • Se nonostante tutto vuoi chiamare la polizia, perché hai la tua dignità e il tuo orgoglio, ma ti dicono che è meglio lasciar stare, perché sarebbe peggio per te, è una ferita.
  • Se chiedi per strada un'informazione a qualcuno e vedi che si scansa e si stringe la borsa, è una ferita.
  • Se ogni volta che attraversi una dogana chiedono solo a te i documenti, e di seguirli per verifica e non ai tuoi famigliari o amici (bianchi), è una ferita.
  • Se fai politica e dicono "l'è mia vuna da nüm", è una ferita.

L'elenco potrebbe continuare. Niente di grave, eh! Le ferite rimangono sotto la pelle e il Karma aiuta. Ora, sommate tutto e pensate che capiti ad ognuno di noi, ogni giorno! Pensate che questo e peggio capita a persone senza famiglia, senza patria, senza nome, senza protezione perché non sono nessuno. Forse, potremmo capire meglio rabbia e frustrazione, indignarci, non solo per Floyd, per i moretti e schiavisti, ma per tutti coloro che subiscono ingiustizie e soprusi. Potremmo essere più pronti a stringere meno i pugni e ad aprire i nostri cuori, meno disposti a tollerare gli intolleranti, a guardare con sospetto chiunque sia diverso da noi e vederlo per quello che è: un essere umano !

Morena Ferrari Gamba, Consigliera Comunale PLR Lugano