Polo sportivo la via d'uscita ci sarebbe

Corriere del Ticino: opinione di Fulvio Pelli, 09.02.2021

L’esperienza insegna molte cose in tutti i campi della vita. In politica tutti sanno che per realizzare un progetto ambizioso bisogna scegliere bene il percorso, valutare gli ostacoli e come aggirarli. Il compromesso è proprio questo. In Svizzera, paese della democrazia diretta, i fallimenti nel campo delle infrastrutture di carattere sportivo sono stati molti. A Lugano aspettiamo un nuovo stadio da oltre un ventennio: la politica è in grave ritardo. Lo stadio lo vogliamo tutti, anche coloro che come me si oppongono al contorno che il Municipio ha (male) negoziato con i privati, a cui ha dato un nome floreale foriero di disastri: «Corona», proprio lì dalle parti del cimitero. Lo sa anche il Municipio che la parte del progetto non sportiva non va bene, ma non riesce ad ammettere l’errore e non cerca di correggerlo. Diffonde quindi la tesi secondo cui il progetto presentato sarebbe l’unico possibile per avere lo stadio. E preme il tasto dell’obbedienza politica su chi solleva dubbi.

È un errore politico grave: la storia della democrazia diretta insegna che questo sistema non ha mai portato a risultati positivi, perché il popolo decide senza mai ubbidire. Le critiche vanno affrontate e discusse, non messe a tacere, perché risorgono nell’urna. Se ne è accorto l’MPS, specialista nello sfruttare debolezze ed errori degli altri movimenti politici. Ha intuito che la parte del progetto chiamata «Corona» non gode di consenso popolare. Quello esiste solo per le strutture sportive, malgrado il costo molto importante che provocheranno alla Città.

«Corona» sono due torri di 45 metri con importanti sottostrutture e accessori e quattro palazzi lungo via Trevano. Cosa c’è che non va e li rende impopolari? A) Saranno costruite su suolo pubblico da sempre destinato allo sport, ma con lo sport non hanno nulla a che vedere. Anzi provocano il trasferimento al Maglio delle attività sportive giovanili. B) Sono imposte dai privati, sostanzialmente da una multinazionale bancaria di Zurigo, che li costruirà e ne ricaverà dei redditi. C) Il Municipio si è autoimposto o fatto imporre, per avere stadio e palazzetto, di spostare a Cornaredo l’amministrazione comunale, contribuendo al degrado del centro città, già visibilmente in difficoltà. D) Sono previsti 4 palazzi oggettivamente inutili lungo via Trevano, nemmeno destinati ad abitazioni popolari. E) Si danneggia la cassa pensione della città, indirettamente a favore di quella della multinazionale di Zurigo: perderà la locazione alla polizia comunale in via Beltramina, vicinissimo a Cornaredo, e non ha nemmeno la compensazione di poter eventualmente costruire lei delle case popolari lungo via Trevano.

C’è un percorso alternativo alla forzatura voluta dal Municipio? Secondo me c’è. E non richiede nemmeno troppo tempo. 1) Lasciare il progetto come è per lo stadio e il palazzetto, con la collaborazione finanziaria e costruttiva dei privati, anche se costa di più, perché ne hanno un buon tornaconto: non vi sono opposizioni alle tre domande di costruzioni, o per lo meno io non ne ho inoltrate, poiché quei i progetti sono conformi alla pianificazione. 2) Si può forse anche concedere le torri ai privati, ma senza che sia condizione per costruire stadio e palazzetto e invece con divisione di opportunità e rischi, come deve essere in ogni collaborazione pubblico-privato. Quindi senza garanzie di locazione di una delle torri ma con la variante di PR già inoltrata che vuol permettere l’utilizzo abitativo, stranamente finora proibito in tutto il PR di Cornaredo. 3) La promessa del Municipio di una consultazione popolare sul trasferimento dell’amministrazione. 4) Nessuna concessione ai privati nella zona oggi destinata allo sport lungo via Trevano. Se i privati non sono degli speculatori immobiliari, come ha preteso l’MPS preannunciando il referendum, ma dei veri imprenditori, sanno che il compromesso che ho indicato è molto meglio dell’esito quasi sicuramente negativo della votazione popolare.

Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano

Avvocato