Per Lugano una ricetta per non perdere altro tempo

Corriere del Ticino: opinione di Mirko Audemars, 12.03.2021

Complice una situazione finanziaria peggiorata drasticamente qualche legislatura fa, complice una certa perdita di leadership nei diversi gruppi politici, negli ultimi anni la locomotiva Lugano – a lungo motore trainante delle sorti di tutto il Distretto – ha perso velocità. I grandi progetti, dal polo congressuale a quello sportivo e per certi versi anche l’aeroporto sono rimasti vittime di dibattiti sterili con posizioni in parte dogmatiche, spesso dai toni preelettorali e orientate a fini più partitici che di risultato. In un mondo che evolve sempre più velocemente, questo non è solo un «peccato», ma è soprattutto pericoloso. La piazza luganese è, volente o nolente, in competizione con altre destinazioni per attirare turisti, cittadini e nuove attività economiche. Perdere terreno in questa competizione va ben oltre il peccato, poiché tocca da vicino tutta la Città, i suoi abitanti e la sua vivibilità, la capacità di innovarsi e di diventare più bella. Concentrarsi sui poli di sviluppo è una necessità e non farlo rischia di costare grosso: Lugano si gioca nei prossimi anni carte importanti, pensiamo ad esempio all’ambito della sanità (ospedale cantonale) o a quello della ricerca.

Sono convinto che i «grandi progetti», oltre ad essere determinanti per l’attrattività e lo sviluppo di un polo urbano, siano anche la cartina di tornasole con cui misurare la capacità progettuale di una città e di un agglomerato. La capacità di parlarsi, di definire insieme gli obiettivi e poi di adattare il percorso verso di essi in base alle diverse sensibilità (chiamiamole pure partiti) per raggiungere l’unico vero compito di un Municipio e di un Consiglio comunale: trovare le maggioranze attorno ai progetti. Molte città in Svizzera interna si stanno evolvendo in modo particolarmente dinamico e innovativo, conciliando spazi di lavoro e professionali e rendendo attrattiva la propria destinazione per nuovi potenziali cittadini.

Spesso a Lugano, come nel resto del Cantone, le barriere politiche sono un po’ troppo alte e molte promesse preelettorali restano lettera morta. Se questa opportunità mi sarà concessa, farò di tutto affinché il dialogo e il giusto – e se necessario, intenso! – dibattito avvenga trasversalmente ai gruppi politici. Creare maggioranze attorno ai progetti invece che divisioni in base alle appartenenze di partito: questo è l’ingrediente principale di una ricetta che Lugano deve trovare in fretta per tornare al passo con i tempi.

Vi è un altro ambito su cui ritengo valga la pena mettere l’accento: non molti anni fa sono stati creati gli enti regionali di sviluppo, tra cui quello del Luganese. La loro missione è appunto quella di promuovere lo sviluppo, coordinando risorse, progetti e volontà politiche degli oltre 40 Comuni dell’agglomerato. Il coinvolgimento in una fase precoce delle realtà locali del Luganese sui grandi progetti – che non forzatamente sono tutti sul territorio della Città – è promettente e permette di definire insieme l’impiego di risorse e priorità in base alle ricadute dei singoli progetti. Con quasi il 50% della popolazione e degli impieghi di tutto il Ticino, il Luganese ha la responsabilità di restare progettuale e di investire le proprie risorse nell’interesse dei suoi cittadini. Io ci proverei.

Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano

Imprenditore