Ogni crisi è un'occasione: per una Lugano più green, più smart e con più leadership politica

Ticinonline: opinione di Mirko Audemars, 14.04.2021

Chissà come gli annali di storia futuri racconteranno il periodo in cui stiamo vivendo. L’ultimo anno di pandemia ha dimostrato, contrariamente ai mantra proposti nei media, quanto l’umanità abbia in mano il proprio destino.

In poco tempo abbiamo trovato una soluzione al virus, e spostato molte attività dal mondo fisico a quello virtuale.

Disponiamo ora di diverse tecnologie che ci permettono di lavorare, studiare e contribuire alla società, perché viviamo in un mondo ibrido, un po’ in presenza un po’ dietro gli schermi. Immaginate se questa pandemia ci avesse travolti soli 30 anni fa. Tra le cose più notevoli dell'anno di Covid, vi è stata a mio avviso la stabilità della tecnologia, in particolare di Internet. In men che non si dica scuole, uffici, chiese, incontri tra nonni e nipoti si sono spostati online ma Internet ha resistito. Non è una questione irrilevante. Una nota di merito va fatta anche al mondo scientifico che ha dimostrato di avere gli strumenti per fermare il Covid-19 e una al sistema sanitario in Svizzera, che ha saputo allinearsi con una pandemia inaspettata.

Da dove viene quindi il pessimismo nei confronti del futuro? I nuovi strumenti di comunicazione digitali hanno permesso alle persone su tutto il pianeta di disporre in tempo reale d'informazioni e immagini di un mondo che veniva travolto dalla pandemia, ma nessuna leadership politica mondiale, nessun ente preposto e nessun gruppo d'interesse è riuscito a impedire il peggio.

Una delle ragioni del divario tra il successo scientifico e il fallimento politico è che gli scienziati hanno collaborato a livello globale, mentre i politici tendevano a spartirsi le colpe.

Ma attenzione: lo spostamento verso la digitalizzazione – in corso da prima della pandemia – ci espone a nuovi pericoli, e potrebbe essere il nostro “nuovo virus”. Dal 2020 sappiamo che la vita può andare avanti anche quando un’intera nazione è fisicamente bloccata. Proviamo però a immaginare cosa succederebbe se la nostra infrastruttura digitale andasse in…lockdown. Quanto tempo ci vorrebbe per trasferire i sistemi dalla posta elettronica alla posta ordinaria?

Sono certo che in futuro guarderemo a questo periodo storico esaltando il successo scientifico ma non potremo ignorare il fallimento politico.

Dobbiamo mettere una pezza a quest’ultimo problema: abbiamo bisogno di persone in tutti gli schieramenti politici, che sappiano collaborare, guardare oltre gli steccati e gli orticelli partitici e reagire in modo veloce alle necessità dei cittadini e ai cambiamenti. Tra l’altro, anche a Lugano.

Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano

Imprenditore