Lugano: votare per poter cambiare

Corriere del Ticino: opinione di Guido Tognola, 08.04.2021

Lugano, una città che voleva essere. Lugano, una volta città orgogliosa, a volte forse anche eccessivamente, che si voleva locomotiva di un Cantone improvvisamente diventato città. Lugano, oggi indifesa, perde cittadini, attrattività, pezzi importanti, se non interi, di progetti che volevano e dovevano essere il presupposto di un rilancio economico, finanziario, occupazionale e non solo. Mizar, EOC, ricerca, solo per ricordarne alcuni. Lugano, che latita su altrettanti progetti fondamentali come, ad esempio, il piano d’urbanizzazione unitario (Masterplan), il polo congressuale, che addirittura, ad oggi, non conosce il vero valore del suo parco immobiliare. Lugano, che con i suoi pasticci blocca il rilancio di un aeroporto, facendo sorridere i maligni. Lugano, che dà termini di disdetta senza rispettare i termini legali di ricorso. La Grande Lugano, che permette la banalizzazione del proprio logo cittadino, lasciandolo sfruttare, benevolmente e non esattamente legalmente, a un singolo movimento che grida ogni giorno al rispetto delle leggi e dei simboli svizzeri. La Lugano ricca, che dà 4 mele al giorno da dividere fra 20 alunni, che antepone la cosiddetta ottimizzazione dei costi nelle proprie mense scolastiche al vero benessere dei suoi figli. La Lugano che specula e sottace su quel tesoretto non ancora incassato, ma giacente in quel di Bellinzona. Un tesoretto fatto di svariate decine, se non centinaia, di milionate di franchi provenienti da amnistie fiscali passate, autodenunce, o semplici nuovi arrivi di grossi capitali non ancora tassati, ma conosciuti, solo per poi potere dirsi di essere stata brava, nonostante una spesa corrente sempre più in aumento, nel presentare consuntivi invidiabili, ma solo grazie a sopravvenienze quasi cadute dal cielo, dimenticandosi al contempo che la nuova tassazione fiscale sulle persone giuridiche e l’inevitabile ripercussione della crisi post-pandemica peseranno in futuro come macigni sulle casse comunali.

Lugano, perla del lago, che aspetta da anni, oltre che la sua passeggiata Paradiso-Gandria, accessi, degni di tale nome, al lago stesso, mentre chiude gli occhi sull’apparire e scomparire di spiaggette private in pubblico demanio.

La Lugano che si vuole Lugangeles, per poi parlare di quartieri solo a ridosso delle elezioni.

Oggi dobbiamo essere consapevoli del nostro presente e coscienti di quello che potrebbe riservarci il nostro domani. Non soccombiamo a quel qualcuno che un giorno disse che «se il voto potesse cambiare qualcosa, allora non ci sarebbe data la possibilità di votare». Dimostriamo invece, esercitando uno dei diritti/doveri fondamentali di una democrazia liberale, che lo stato delle cose può e deve cambiare. Votiamo!

Presidente della Sezione PLR Lugano