Lugano periferia di Bellinzona e del Ticino

Corriere del Ticino: opinione di Morena Ferrari Gamba, 31.03.2021

​​​​​​​Mai avrei pensato di rivolgere, da luganese, un grande applauso a Bellinzona, divenuta il nuovo centro nevralgico di sviluppo scientifico-economico. Brava «Belli» per la sua dinamicità e determinazione, per aver saputo assicurarsi le Nuove Officine con un contributo di 100 milioni dal Cantone, facendole sorgere su un nuovo terreno, liberando così enormi e pregiati spazi in centro città per altri progetti a ridosso della rinnovata stazione FFS. La capitale ha saputo contribuire anche alla costruzione del nuovo IRB con svariati milioni. A Sud pure Mendrisio è stata premiata col raddoppio del suo nosocomio perché ha saputo lottare per mantenere i reparti di ostetricia, neonatologia e il pronto soccorso pediatrico.

Nel frattempo, purtroppo, la grande Lugano non riesce a realizzare nessun progetto strategico, facendosi lentamente sottrarre il suo ruolo di locomotiva del Cantone: non si è preparata per l’arrivo di Alptransit, lasciando che fosse Bellinzona la Porta del Ticino, rischia di perdere pure l’aeroporto, si è fatta sottrarre il Museo cantonale di storia naturale, il Polo delle innovazioni, il Mizar non sarà più sede di ricerca, ma contenitore da affittare non si sa bene per cosa, via pure le grandi specializzazioni, persino Ticino soccorso 144 con relativi posti di lavoro, spostati nel Sopraceneri. Dopo la chiusura del pronto soccorso dell’Italiano, fortemente voluto dalla popolazione, Lega per prima, si perderanno anche i grossissimi investimenti (da mezzo miliardo) preventivati, ma bloccati causa della crisi legata alla COVID-19, anche al Civico.

Diciamolo: se Lugano non si dà una mossa diventerà periferia della Città Ticino. Mai ce lo saremmo immaginati. Lugano ha perso le sue ambizioni e la sua dinamicità, non è più capace di sollecitare e coinvolgere il Cantone nei propri progetti. È sempre stata la città del fare e in grado di porre velocemente condizioni quadro a favore delle imprese, realizzando il polo di ricerca e formazione, con vocazione internazionale, catalizzatore di competenze e cervelli. Ora non lo è più e sembra incapace di mantenere e promuovere le proprie eccellenze. E ciò fa ancor più male perché gran parte dei progetti sul tappeto, e ora bloccati dalla crisi, erano stati pensati venti anni fa da un’altra maggioranza, quella PLR, capace di guardare anche lontano. Mentre ora che si fa? Si amministra.

Candidata PLR al Consiglio Comunale di Lugano

Imprenditrice