È piuttosto insolito - ma non sorprende - che un referendum venga annunciato su un oggetto ancora inesistente (una decisione futura del Consiglio comunale) e altrettanto curioso è che a lanciarlo precocemente sia un Movimento (quello per il socialismo) che non si è ad oggi occupato del complesso progetto pianificatorio e realizzativo del Polo sportivo e degli eventi (PSE).
Certo, ognuno deve poter accedere agli strumenti che regolano il nostro sistema democratico, ma il tempismo con cui è stata manifestata la volontà referendaria (prematura appunto con riguardo alla decisione da contestare e facente seguito - stranamente - a quella con cui l’MPS ha comunicato di scendere in campo con le proprie liste per le imminenti elezioni comunali) è piuttosto dubbio.
Ma non è il solo aspetto temporale a destare sospetti. «Un progetto totalmente sproporzionato, con pochissima aderenza ai bisogni sociali»; «non si ravvede l’utilità sociale, in assoluto»; e ancora «un’opera che così concepita non risponde assolutamente ai bisogni socio-sportivi della comunità», sono solo alcuni esempi (estrapolati dal testo del comunicato MPS) che attestano come nelle intenzioni referendarie non vi sia alcuna volontà di progettare il futuro della Città, ma solo di contrastare un progetto che ha come obiettivo (principale) proprio quello di soddisfare un bisogno sociale: l’attività sportiva (perché con il PSE non si tratta solo di edificare un nuovo stadio per l’FC Lugano, bensì di finalmente costruire quelle infrastrutture sportive che tanto mancano a Lugano).
Questo è il problema che affligge la nostra politica. Una politica impregnata di superlativi, dove tutto sembrerebbe essere «assolutamente» giusto o «completamente» sbagliato e dove di riflesso si fa di tutto per evitare - sia a sinistra che a destra - quel confronto politico che permetterebbe di giungere a delle soluzioni ragionevoli, che renderebbero evitabili le provocazioni elettorali e ogni referendum. Il PSE è un grande progetto, necessario e interessante per il Comune più popoloso del Cantone, ma che impone a chi se ne occupa (il Municipio in primis) di gestirlo con senso critico per poterlo adattare alle nuove e mutate esigenze, altrimenti Cornaredo sarà presto associato a una maratona di referendum e ricorsi, invece di essere riconosciuto per quello che è, ossia lo spazio dove le cittadine e i cittadini si riuniscono a fare e a seguire lo sport.
Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano
Avvocato