Libertà e identità

Corriere del Ticino: Valentino Benicchio, 23.02.2021

Il concetto di libertà confligge con quello di identità. Noi non nasciamo con un’identità sociale o un riconoscimento ufficiale. L’equazione diventa quindi chiara: assumendo un’identità, scelgo di non essere libero. Viceversa, se sono libero non ho un’identità. Con questa premessa filosofica, ho voluto esprimere un concetto ben raccontato dal Prof. Umberto Galimberti: la libertà confligge con l’identità, un principio che sottoscrivo appieno.

Da oltre 70 anni viviamo in un contesto di «fortuna sociale», mi piace definirla così. Bramiamo la libertà, ci piace avere la nostra identità, frutto del riconoscimento degli altri, vogliamo la stabilità professionale, economica e familiare. Tali condizioni e tali principii erano quasi ineccepibili fino a un anno fa, quando un «imprevisto» ha messo tutto e tutti in discussione.

Possiamo sicuramente affermare che la nostra generazione, abituata a vivere da anni in una situazione agiata (meglio identificata come «comfort zone»), non era per nulla preparata a vivere questa sfida straordinaria. Da generazione arrogante e onnipotente, incapace cioè di comprendere che nella storia nessuna altra generazione ha potuto beneficiare di così tanto benessere, ci siamo trasformati in addormentati di lusso.

È giunto il momento di darci da fare. Viviamo importanti cambiamenti che influenzeranno non solo la nostra sfera privata, ma anche il mondo del lavoro che, con l’introduzione dello «smart working», ha imposto un nuovo cliché di gestione familiare. Quante mamme hanno dovuto lavorare da casa e parallelamente sono state costrette a seguire i propri figli durante le lezioni a distanza? Uno sforzo incredibile che ha fatto vacillare parecchie famiglie!

Ora l’importante è che nessuno viva passivamente parole quali «speranza», «auspicio», «futuro», nella speranza, appunto, che qualcuno sia responsabile al posto loro. Il futuro non è certo e non sarà il rimedio del passato.

Lo sanno benissimo i giovani d’oggi che tentano di guardare al futuro come uno scenario difficile da immaginare. Una condizione che porta sconforto, disagio e perdita di motivazione. Come padri di famiglia e persone di riferimento dobbiamo fare molta attenzione!

Dovremo far ben presente che se non ci daremo da fare, difficilmente sapremo affrontare i prossimi imminenti cambiamenti, che si baseranno sull’apprendimento costante di nuove tecnologie e sulla continua formazione. Ciò sarà estremamente importante per restare nel mondo del lavoro. Questo vale sia per i giovani, sia per gli ultra 50enni. Sappiamo che le cose non nascono dal nulla, dunque ora occorre avere determinazione, coraggio e senso di responsabilità.

Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano

Imprenditore