L’uomo e la sua felicità al centro

È stata una serata molto interessante quella proposta dal Circolo liberale di cultura Carlo Battaglini su “Economia e felicità secondo Olivetti e Terzani”. Il numeroso pubblico ha apprezzato gli interventi dei relatori Àlen Loreti e Beniamino De’ Liguori Carino. L’economia e il pensiero economico stanno cam- biando, cercando di diventare più sostenibili e di proporre misure alternative al PIL per misurare la felicità delle nazioni. Molti imprenditori da sem- pre si impegnano a favore di un’economia diversa. Un pioniere in questo senso fu Adriano Olivetti, capace di precorrere i tempi. Ma cosa ci direbbero oggi Olivetti e Tiziano Terzani– che fu giovane manager all’Olivetti– sull’economia e sulla felicità delle persone? La serata del Circolo Battaglini (in collaborazione con gli Amici di Tiziano Terzani e Leo Manfrini) ha cercato di dare delle risposte. La presidente Morena Ferrari Gamba ha lanciato il dibattito con una riflessione sulla responsa- bilità sociale che prima di ogni cosa deve essere responsabilità individuale affinché si possa “fare e dare vita a una comunità che sia davvero solidale, inclusiva, materialmente progredita e realizzata senza per questo essere interiormente imbarbari- ta, in cui rispetto, tolleranza e bellezza siano nomi e non voci prive di senso”. Oggigiorno si parla molto di responsabilità sociale delle imprese e sicuramente molte aziende hanno capito l’impor- tanza di creare una rete di protezione e di soste- gno attorno alle “maestranze” e alle loro famiglie, non solo per creare maggiore identificazione nella “ditta”, ma come necessità di far progredire su più piani i collaboratori, sviluppando una sorta di circolo virtuoso tra uomo e azienda. E Olivetti fu in questo senso un avanguardista. La sua idea di responsabilità sociale d’impresa si tradusse nel 1945 con un congedo di maternità per 9 mesi e mezzo a parità di salario ma anche aprendo asili e garantendo salari più alti rispetto ad altri impren- ditori di quel tempo. Il suo modello d’azienda – che fa scuola ancora oggi – coniugava l’esperienza industriale (ricerca e tecnologia) con il territorio (design e architettura), la formazione e la cultura. Nella visione olivettiana la responsabilità sociale “è la ragione stessa della vita dell’impresa” e “il profitto deve essere uno strumento di innovazione integrale che metta l’uomo e la sua felicità al cen- tro”. Le parole del nipote Beniamino De’ Liguori Carino, segretario dell’omonima Fondazione e vicepresidente dell’Archivio storico Olivetti, rac- chiudono in sè il senso della lezione olivettiana, ossia “la consapevolezza di creare, con il lavoro e con l’ingegno, ricchezza e innovazione che devono essere impiegate per servire un’idea del rispetto della dignità delle persone, chiunque esse siano e da ovunque esse provengano”.

Tiziano Terzani fu alle dipendenze di Adriano Olivetti, da giovane manager girò il mondo per vendere le macchine per scrivere e scoprire che voleva usarle per raccontare il mondo. Ad accu- munarli era però anche un forte senso di giustizia e di riforma sociale. Àlen Loreti, curatore dei Meridiani dedicati allo scrittore, ha richiamato il pensiero di Terzani, per il quale l’economia doveva essere fondata sulle esigenze dell’uomo e “non per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaven- tosi per produrre cose per lo più inutili” che non danno la felicità. Terzani condannava la perdita di umanità, il crescere delle disuguaglianze, la rinuncia all’etica da parte dell’economia e della politica. “Io trovo – scrisse – che c’è una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi, uno che si accontenta è un uomo felice”.

Olivetti e Terzani continuano ad essere uomini liberi e decisamente moderni che ci stimolano ad alzare un po’ lo sguardo. Su questo tema (e su quello della sostenibilità ambientale) il Circolo Battaglini prevede nei prossimi mesi di continuare a riflettere coinvolgendo leader economici e “fari illuminati” della cultura. Rafforzare lo sviluppo di un’economia sostenibile è anche l’impegno di Christian Vitta, attraverso azioni promosse dal DFE come l’evento “Partita Doppia”.