Inversione demografica possibile ?

Corriere del Ticino: opinione di Céline Antonini, 31.12.2020

Da quasi un anno le giornate vengono ritmate dalle statistiche legate al COVID-19. Per quanto la lotta contro la pandemia sia la priorità, non dimentichiamo altri dati che destano preoccupazione sul medio e lungo termine. In agosto l'USTAT ha pubblicato una statistica che riflette una delle principali sfide per il Ticino nei prossimi anni: la popolazione del cantone si è contratta per il terzo anno di fila. Una diminuzione di 1852 persone rispetto al 2018, a seguito del saldo naturale (-744) e migratorio (-733). Recenti studi hanno dimostrato che il numero di persone che lasciano il Ticino per stabilirsi in un altro cantone è in crescita. Si tratta in particolare di giovani qualificati tra i 25 e i 34 anni: sempre più si formano oltralpe e non rientrano più in Ticino. Sembrerebbe così che il nostro cantone stia perdendo attrattività, sia per i ticinesi sia per chi da fuori lo sceglie come cornice della propria vita. Nulla per ora indica che in futuro ci sarà un'inversione di questa tendenza, che innesca effetti collaterali  preoccupanti. Come si può contare su un'economia dinamica se sempre più persone, soprattutto altamente qualificate, faticano a stabilirsi nel cantone e la popolazione contestualmente invecchia ? Spesso si collega l'emigrazione di giovani qualificati alla situazione del mercato del lavoro in Ticino, che indubbiamente ha riscontrato negli ultimi anni maggiori difficoltà rispetto al resto del Paese. Come possibile soluzione il PLR ha rilanciato quest'anno la cosiddetta "clausola di salvaguardia bottom-up", oggetto di uno studio ETH del 2016. Questa permetterebbe, in caso di difficoltà sul mercato del lavoro, di prendere misure di protezione mirate, per regioni e settori. Uno strumento utile per rispondere a specifiche difficoltà sul mercato del lavoro. Basterebbero però da sole a invertire la tendenza demografica in atto ?

Il Ticino deve migliorare la sua attrattività per i giovani, mettendo maggiormente in risalto ciò che già ora può offrire a livello professionale e di stile di vita, liberandosi dalla tendenza a un eccessivo pessimismo. Sarà cruciale creare altri posti di lavoro in settori d'eccellenza in grado di attrarre giovani qualificati, sfruttando meglio il ruolo catalizzatore dell'USI / SUPSI sul modello di altre città svizzere e migliorando le condizioni che favoriscono l'insediamento di attività (fiscalità competitiva, infrastruttura moderna ecc.). Infine, si portino avanti politiche urbane all'avanguardia. Molti giovani che hanno studiato oltralpe hanno conosciuto realtà innovative e torneranno più facilmente se avranno l'impressione di ritrovarle da noi. Forse, così, la tendenza potrà essere invertita.

Candidata PLR al Consiglio Comunale di Lugano

Coautrice dello studio ETH "Una clausola di salvaguardia bottom-up"