Negli scorsi mesi il PLRT aveva invitato il Governo ticinese a presentare una strategia chiara su come affrontare la seconda ondata e l'aumento del numero di casi. Stiamo ancora aspettando una risposta. Nel frattempo però continua la cacofonia di misure individuali. La risposta del Consiglio federale è tardiva, disordinata e oltraggiosa per chi vuole (finalmente) tornare a lavorare.
Solo venerdì scorso, il consigliere federale Alain Berset aveva invitato i Cantoni ad agire rapidamente per frenare l'aumento delle infezioni. A pochi giorni di distanza il Consiglio federale agisce nuovamente, probabilmente reagendo per necessità, in modo del tutto incoerente. Così facendo, sta giocando con la credibilità di tutte le istituzioni coinvolte.
Il problema della credibilità nella comunicazione è quanto mai cruciale e attuale. Praticamente non esiste ambito della vita sociale in cui non entri in gioco il problema della credibilità, a partire dalla relazione genitori-figli sino all'attività politica. Tutti vogliono essere credibili, ma alla credibilità proiettata non corrisponde sempre una altrettanta credibilità percepita.
Con l'ultima comunicazione notiamo perlomeno una strategia poco trasparente che contribuisce all'attuale mancanza di chiarezza nella gestione di questa crisi e mette a rischio la credibilità di tutte le istituzioni coinvolte. Se la popolazione è invitata a seguire responsabilmente le misure, un alto livello di credibilità è essenziale. Credibilità che è tanto più importante in vista della campagna di vaccinazione, destinata a fallire senza fiducia nelle istituzioni.
Non scherziamo col fuoco: sono in gioco la salute della popolazione e il lavoro di molte, moltissime persone. Donne e uomini. Ciò richiede finalmente una politica coerente da parte del Consiglio federale in stretta collaborazione con i Cantoni. Perché governare significa, anche, prevedere.
Segretario cantonale del PLR, candidato al Municipio e al Consiglio Comunale di Lugano