e intanto il Civico continua a perdere colpi
Il mio intervento critico e preoccupato nei media sociali successivo alla decisione del Consiglio di amministrazione dell’EOC di accantonare il progetto di rilancio dell’Ospedale Civico di Lugano (complessivamente più di 150 mio) poco prima dell’inizio della prima fase dei lavori, quelli preparatori già appaltati e altri per 40 mio, ha impedito al Consiglio di amministrazione di continuare a tacere. Non ha informato attivamente, ma il Corriere del Ticino ha pubblicato dei servizi con tracce di interviste ai suoi dirigenti. Intanto sulla «Regione» è uscita un’altra notizia rilevante per il futuro del sistema ospedaliero cantonale: con il titolo «Nuovo Ospedale, strada spianata» si è informato dell’ok della commissione del Gran Consiglio all’acquisto del terreno di Armasuisse a Giubiasco su cui si lo si edificherà. Sarebbe il nuovo ospedale «regionale» del Bellinzonese, ma si sa che qualche tempo fa il Gran Consiglio ha deciso con una sostanziosa maggioranza che in Ticino ci vuole un ospedale cantonale.
Il compito dell’EOC di informare è toccato in prima battuta al suo nuovo direttore Glauco Martinetti, in carica da tre mesi, che ha tutto il mio rispetto visto che deve iniziare il suo impegnativo compito ubbidendo e con cattive notizie. Lo ha fatto con garbo e una buona dose di intelligenza, spiegando che non sarebbe opportuno ampliare le volumetrie del Civico oltre al reale fabbisogno soprattutto per restare in sintonia con le nuove previsioni demografiche: in Ticino la popolazione fino al 2030 non crescerà più e a Lugano si prevede che decrescerà.
Martinetti nel 2016 non era ancora all’EOC, non può quindi sapere che in quell’anno nel bando di concorso per il progetto di investimento ora abbandonato l’urgenza degli investimenti veniva motivata con queste espressioni: «L’Ospedale Civico di Lugano … ha ormai terminato il suo primo ciclo di vita: pertanto va sottoposto con urgenza (inizio cantiere autunno 2018) ad un importante intervento di ampliamento e di ristrutturazione per rispondere in maniera fattiva, anche dal punto di vista infrastrutturale, alle accresciute esigenze della medicina moderna. Momentaneamente, l’Ospedale Regionale di Lugano è al limite delle proprie capacità logistiche, per cui ha urgente bisogno dei nuovi spazi».
Quel Civico moribondo, «al limite della proprie capacità logistiche «, che chiedeva un inizio dei lavori già nel 2018, ora sarebbe - stando alla motivazione della recente decisione del Consiglio di amministrazione dell’EOC letta a pag. 4 del Corriere del Ticino del 17 marzo - espressione dell’attuale «reale fabbisogno» sanitario. Il giorno dopo è stato il turno degli esponenti leghisti all’origine o spettatori del disastro, sempre in mini interviste improvvisate in grande fretta: il presidente dell’EOC Paolo Sanvido ha promesso «subito» investimenti per 200 milioni, sparando grosso, come se non si potesse controllare. La solita frottola, finita addirittura nel titolo del servizio. Di quei 200 milioni che si spenderebbero «subito» la parte di gran lunga principale sarebbe l’anticipazione di qualche anno della manutenzione straordinaria della torre, ancora tutta da impostare. È il «subito» politico, che di solito dura un buon decennio, come insegna la storia del nuovo stadio di calcio.
Nel merito osservo che è desolante constatare la scomparsa del riferimento del 2016 «alle accresciute esigenze della medicina moderna», che evidentemente non contano più nulla. Non si realizzerà il progetto per il nuovo Pronto soccorso (l’attuale lo conosciamo tutti!); non si realizzeranno i 26 nuovi posti letto per la medicina intensiva; non si realizzeranno tutte le 8 nuove sale operatorie. E altre strutture importanti. Ci si arrangerà con quel che c’è: le strutture esistenti alla fine del «primo ciclo di vita» dell’Ospedale Civico.
Il sindaco di Lugano Borradori e il municipale Foletti, spettatori disattenti, si accontentano delle promesse del loro amico leghista presidente dell’EOC: tutto a posto, come sempre quando si fan chiacchiere. Il Civico, ha detto Paolo Sanvido, resterà la «punta di diamante della sanità ticinese». Quel Civico noi luganesi l’abbiamo ceduto gratuitamente nel 1983, appena terminato, all’Ente Ospedaliero. Allora era una «punta di diamante». Ora non lo è più, e purtroppo lo si sa e si vede.
Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano
Avvocato