Una fetta di salame oggi e una domani - Lugano e i suoi ospedali

Ticinolive: opinione di Augusto Bernasconi, 15.04.2021

Domenica, sul Mattino, in bella mostra in prima pagina, c’era un collage di foto che ricordavano il 10 aprile 2011: in quella data la Lega diventava partito di maggioranza relativa in Consiglio di Stato. Dal 2013 la Lega è anche partito di maggioranza relativa nel Municipio di Lugano. La Lega da qualche anno ha pure la presidenza del consiglio d’amministrazione dell’ente più importante nel nostro Cantone, l’EOC (Ente ospedaliero cantonale), nella persona di Paolo Sanvido (già consigliere comunale a Lugano e granconsigliere della Lega).

Oggi, anche per chi come me opera nel settore sanitario, è difficile avere informazioni sulle scelte future che si intendono attuare nell’ambito della medicina e della politica ospedaliera, a Lugano.

Il Municipio a guida leghista sembra poco interessato a rivendicare l’ospedale cantonale a Lugano, rassegnato (a differenza del precedente sindaco, Giorgio Giudici) a lasciarlo a Bellinzona. 

Nessun candidato (non solo della Lega, ma di tutti i partiti) ha tematizzato questo argomento. Si vede che non si ritiene importante affrontare, in campagna elettorale, questo tema. 

Io, da medico e da cittadino, ritengo invece che sia necessario aprire un dibattito politico e pubblico su dove debba essere ubicato l’ospedale che nel 2028/2030 sarà il centro delle competenze mediche del nostro Cantone. 

Non bisogna farsi illusioni. Se l’ospedale cantonale venisse edificato a Bellinzona, prima o poi, si dovrà discutere anche di Cardiocentro e di Facoltà di medicina. Poi forse si capirà che, una “fetta di salame” oggi e una domani, a Lugano, nell’ambito sanitario, rimarranno solo le briciole e di tutto quello che è stato costruito, faticosamente, negli ultimi 20 anni (da Giorgio Giudici, da Tiziano Moccetti e tanti altri) non rimarrà più nulla.

Ma la sanità, a Lugano, è anche rappresentata dall’ex Ospedale Italiano di Viganello. Un nosocomio molto caro ai cittadini luganesi, che sembra ora aver chiuso definitivamente i reparti di medicina e geriatria, complice il Covid.

Di per sé questa (se venisse confermata dai “piani alti” dell’EOC) sarebbe una “notizia bomba” Altro che chiusura del Pronto soccorso. La geriatria è da un anno trasferita a Mendrisio mentre la medicina lo sarà al Civico.

La Lega deve le sue fortune politiche anche al sostegno dato 30 anni fa al referendum contro la chiusura dell’ex Ospedale Italiano a Viganello (ci sarà una ragione se alle elezioni comunali del 1992 i due municipali del PPD, Annovazzi e Soldati, non furono rieletti e al loro posto entrarono i leghisti Borradori Salvadè). I rappresentanti di questo partito, ora insediati nella stanza dei bottoni dell’EOC, vogliono trasformare l’ospedale di Viganello in un poliambulatorio ortopedico, senza però i reparti di geriatria e medicina, facendo, più o meno, quello che nel 1991 voleva fare Pietro Martinelli e il suo capo divisione Petazzi? Ci si può chiedere chi sta tradendo il voto popolare del referendum del 1991.

Può mai essere che il sindaco Marco Borradori e il municipale leghista Lorenzo Quadri non ritengano doveroso aprire un dibattito pubblico su un cambiamento così radicale che verrà attuato all’ex Ospedale Italiano?

Non toccherebbe a me ricordare chi, più di altri, si è battuto perché a Viganello rimanesse un nosocomio con medicina, ovvero il medico e municipale leghista Giorgio Salvadè. Ora, incassati i voti di Comunione e Liberazione, che Salvadè portava in dote (e a cui la Lega deve molto), si torna, con qualche “contentino” (vedi ambulatorio di ortopedia), alla soluzione avanzata dall’allora DOS (Dipartimento Opere Sociali, oggi DSS), ovvero un sostanziale smantellamento dell’ex Ospedale Italiano a Viganello?

Personalmente sono dell’idea che le votazioni popolari, soprattutto se referendum, possano essere ritenute sorpassate, a distanza di anni. Però: almeno lo si faccia con un dibattito pubblico, non mettendo l’opinione pubblica dinnanzi al fatto compiuto. 

La Lega deve dirci se per lei, diventata forza di maggioranza relativa e di presidenze di consigli d’amministrazione di enti pubblici, valga il modo di dire “finita la festa, gabbato lo santo” e della partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla vita democratica attraverso dibattiti pubblici sulle scelte strategiche che riguardano tutti noi, non “freghi” più nulla. E se per lei, visto che i tempi degli slogan elettoralistici, delle “carovane” e delle “taglie sui radar” sono finiti, oggi va bene anche rinnegare la battaglia di Salvadè.

Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano

Medico