La responsabilità di una scelta

Da oggi al 17 novembre poche domande di fondo dovrebbero accompagnarci al voto, alcune spontanee se non addirittura scontate quali: di chi e di quale scuola di pensiero necessita il Ticino nella Camera alta durante questo periodo storico che determinerà in modo fondamentale, per non dire definitivo, il futuro del nostro Paese? Quale profilo dovrebbe avere chi sarà chiamato a tale onere? Altre, un po’ più complesse, come ad esempio: riteniamo ancora necessario e fondamentale la presenza e la rappresentanza del pensiero Liberale Radicale in quel del Consiglio degli Stati? Altre ancora di fondo: vogliamo veramente concluso il ciclo storico delle democrazie liberali? Continuare a credere nella spinta propulsiva del progresso, delle libertà e pari opportunità o arrenderci alla decadenza di un sistema sempre più chiuso in sé stesso e in paure fomentate ad arte? L’uomo (come candidato) o, in ultima analisi, l’ideale che l’uomo rappresenta? A prescindere dalle risposte che ci possiamo dare esiste un minimo comun denominatore: la responsabilità individuale nel darle, nel sostenerle e, indirettamente, nel subirle.

Il recupero della credibilità della politica deve altresì passare per la figura del politico, senza per questo diventarne egli stesso la figura ultima nel quale la politica si rappresenta. Personalismi, egocentrismi, culti della personalità più o meno reali, hanno decretato la fine di quella parte emozionale e romantica fondamentale all’affermazione dell’ideale perseguito, al progresso concreto e palpabile di una società in evoluzione positiva.

Sempre più distanti dall’interesse del bene pubblico in senso lato, ci si confronta ad una progettualità decontestualizzata, finalizzata al semplice presunto fare, dove l’esito è rappresentato da una semplice risultante contabile dell’immediato e da una scelta, seppur democratica, come fosse un televoto di uno show per scegliere chi prosegue e chi eliminare.

È prestando grande attenzione al distinguo essenziale fra semplicità e semplicismo che una società aperta può crescere ed avere futuro. La capacità di affrontare problemi complessi, con la valutazione di soluzioni articolate, coraggiose e prospettiche differenzia una politica visionaria e costruttiva da quella semplicemente gridata ed involutiva.

Giovanni Merlini, aperto al confronto franco, combatte da sempre per il Ticino e per la Svizzera, perché il concetto di democrazia liberale rimanga presupposto essenziale a garanzia di quei valori per i quali ancora oggi molta gente nel mondo combatte e muore: libertà, progresso, pari opportunità, solidarietà non da ultimi.

Giovanni è la persona giusta e idonea nel rappresentarci a Berna. Profondo conoscitore del Paese, sa tramutare le idee in azioni politiche concrete nel rispetto della Storia e dei valori Svizzeri così come dei valori Liberale Radicali.

E tu? Tu, quale responsabilità vorrai assumerti?

Guido Tognola, presidente PLR Sezione Lugano

Morena Ferrari Gamba, vicepresidente PLR Sezione Lugano